Milano violenta e il sindaco zen: la calma nel caos

Milano, la città che non dorme mai… ma non perché sia piena di vita, eventi e aperitivi. No, semplicemente perché tra urla, sirene e coltellate sotto casa, dormire è diventato un lusso da quartieri alti.
Un tempo la chiamavano “capitale morale d’Italia”. Oggi, a giudicare da certe notti in Stazione Centrale o Corvetto, sembrerebbe piuttosto la capitale dell’autodifesa personale.

Negli ultimi mesi, le cronache sono un bollettino di guerra urbana: risse tra bande, accoltellamenti casuali, aggressioni per un telefono o per uno sguardo di troppo.
E mentre i milanesi si chiedono se convenga ancora uscire la sera o se sia meglio investire in un giubbotto antitaglio, il sindaco… resta sereno.
Imperturbabile. Pacifico. Zen.

Sembra quasi che pratichi la mindfulness politica: respirare profondamente, accettare la realtà e negarla con grazia.
Ogni volta che succede qualcosa, la risposta è sempre la stessa: “Milano è una città sicura”.
Certo, sicura quanto un monopattino elettrico in tangenziale.

Il silenzio del sindaco (che fa più rumore delle sirene)

Quando non si può negare l’evidenza, si cambia il tema: “Non facciamo allarmismo”.
Perché, si sa, se la gente smette di parlare della violenza, allora la violenza smette di esistere.
È il nuovo approccio post-moderno alla sicurezza: basta non guardare.

Nel frattempo, gli agenti di polizia fanno i salti mortali, i cittadini si barricano in casa e i turisti, quelli veri, non quelli del weekend, iniziano a chiedersi se il Duomo sia ancora un luogo sacro o un’arena di Fight Club.

Il paradosso milanese

Milano è la città delle contraddizioni: super tecnologica ma incapace di garantire sicurezza; paladina della sostenibilità ma dove la “movida verde” si tinge spesso di rosso; patria del design ma con strade che somigliano sempre più a scenografie post-apocalittiche.

Eppure, tra una rapina e una conferenza stampa, c’è sempre tempo per una passerella, una frase d’effetto o una promessa di “piani straordinari” che si perdono nel nulla.
Forse l’unico vero piano straordinario è riuscire a far finta che vada tutto bene.

Il cittadino zen (forzato)

Nel dubbio, anche i milanesi stanno diventando zen.
Non per scelta, ma per sopravvivenza.
Quando senti urla in strada alle tre di notte, chiudi gli occhi, respiri e pensi:

“Sarà solo un film… o forse no.”

E mentre il sindaco ripete che “la percezione della sicurezza è peggiore della realtà”, i cittadini si chiedono se la percezione del sindaco sia migliore della realtà o semplicemente su un altro pianeta.

Conclusione

A questo punto, forse conviene davvero promuovere Milano per quello che è diventata:

“Vieni a Milano: qui l’adrenalina è gratis e la sicurezza è un concetto filosofico.”

E il sindaco? Tranquillo. Sorride. Medita.
Forse sta solo aspettando che la città raggiunga il nirvana urbano, quel momento in cui tutto è talmente incasinato che diventa armonico.

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