Transizione digitale: metà del Paese non sa ancora allegare un file

Benvenuti nella transizione digitale, quella dove tutto è più smart, efficiente e… tracciabile.
Peccato che metà del Paese non sappia ancora allegare un file, e l’altra metà non abbia campo nemmeno per provarci.

Viviamo nell’era dei documenti digitali: carta d’identità, patente, tessera sanitaria, tutto nello smartphone.
Un’idea brillante, finché non ti ferma una pattuglia e il telefono decide di morire proprio lì, davanti ai carabinieri.

“Agente, mi creda, la patente c’è! Solo che si è scaricata insieme alla batteria.”

Poi c’è la moneta digitale, il nuovo totem della modernità.
Addio contanti, si paga solo col telefono, lo smartwatch, l’anello NFC o, per i più “avanti”, con il chip sottopelle, magari nel dito medio, per rendere il gesto più espressivo.

Ma non basta: all’orizzonte arriva anche il carbon wallet, la geniale trovata per “salvare il pianeta”.
In pratica, ogni volta che farai un acquisto, il sistema calcolerà la tua “impronta di CO₂”.
Hai mangiato una bistecca? Ti scala punti. Hai usato la macchina? Ti blocca il pagamento del weekend.
E quando andrai in bagno all’autogrill, sì, pagherai anche quello col wallet digitale, così sapranno pure dove, quando e per quanto tempo sei andato a fare pipì.
Altro che privacy: qui siamo al livello “Black Mirror” con tessera punti.

Intanto, dopo anni di lezioni e tutorial, lo SPID va in pensione e lascia spazio alla CIE digitale.
La “semplificazione” italiana: cambia il nome, ma i problemi restano uguali.
C’è chi non riesce a entrare nell’INPS, chi ha perso il PIN della CIE, e chi chiede ancora “ma serve internet per usarla?”.

Nel frattempo, gli anziani senza smartphone guardano tutto questo con un misto di rassegnazione e saggezza.
E presto li vedremo fermi davanti ai supermercati o ai distributori automatici, con le braccia dietro la schiena, intenti a osservare chi paga col wallet digitale con la stessa concentrazione con cui oggi guardano i lavori dei cantieri.

Insomma, la digitalizzazione italiana è un po’ come un software in beta: ogni giorno promette una nuova funzionalità, ma crasha appena la rete cade.
E a questo passo, arriveremo al futuro solo quando ci aggiorneranno… direttamente via OTA.

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