Quando il Sole decide di fare CTRL+ALT+CANC: l’evento spaziale che stressa le infrastrutture IT
Se pensavi che il peggio fosse spiegare a un cliente perché “il Wi-Fi non prende anche se è acceso”, preparati: ora ci si mette pure il Sole.
La European Space Agency ha segnalato un bel brillamento solare con CME (Coronal Mass Ejection), di quelli che quando arrivano sulla Terra fanno sembrare i data-center un po’ troppo simili a una griglia per barbecue.
Sì, il nostro amico Sole ha deciso di lanciare verso di noi un’onda elettromagnetica che, se tutto va bene, ci darà solo aurore polari. Se va male… beh, diciamo che i consulenti informatici torneranno molto popolari. Ma con la faccia di chi non voleva proprio esserlo.
Data-center: “abbiamo tutto ridondato”.
Il Sole: Hold my plasma…
I data-center dovrebbero essere progettati per qualsiasi scenario, incluso quello in cui un utente clicca su “Abilita macro”. Quello che spesso non considerano, però, è un Sole arrabbiato che spara particelle cariche come se fossero confetti a un matrimonio.
Effetti potenziali:
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Disturbi sugli UPS (sì, anche quelli “professionali” che costano come una Panda a metano).
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Malfunzionamenti delle reti in fibra per interferenze anomale.
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I server che iniziano a comportarsi come gli utenti: “non funziona, non so perché”.
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Sbalzi nella temperatura delle sale CED che faranno pentire chi ha risparmiato sull’impianto di condizionamento.
Cloud: sarà pure “nelle nuvole”, ma le nuvole oggi scottano
Gli evangelisti del cloud ripetono da anni che “i tuoi dati sono al sicuro, sono sulle infrastrutture più resilienti al mondo”.
Chiaro.
Peccato che il Sole non abbia ancora letto il whitepaper.
Sebbene AWS, Azure e Google Cloud abbiano sistemi di protezione avanzati, eventi estremi come una CME possono:
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causare interruzioni temporanee dei nodi di rete,
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far tiltare alcuni satelliti utilizzati per sincronizzazioni e routing,
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aumentare il rischio di latenze anomale o micro-disservizi.
Per una volta non sarà colpa del provider, ma della stella al centro del Sistema Solare. Difficile aprire un ticket.
Rete elettrica: il grande classico
Se c’è una cosa che le tempeste solari adorano fare, è giocare con la rete elettrica.
La stessa rete che già si emoziona quando tre condizionatori si accendono contemporaneamente.
Possibili conseguenze:
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micro-blackout,
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linee instabili,
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sbalzi che mettono KO router, switch e alimentatori di chi ha comprato “quello più economico che tanto è uguale”.
Backup & Disaster Recovery: il momento in cui scopri se i tuoi test erano veri… o powerpoint
Una CME mette alla prova la differenza tra:
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chi fa i backup,
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chi pensa di farli,
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chi pensa che il cloud li faccia da solo,
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e chi ti dice “il server è tutto lì dentro, non può succedere niente”.
Consigli pratici?
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Backup offline (sì, scollegati proprio).
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Copie fuori sede.
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Test DR reali, non quelli in cui fingi che tutto vada bene.
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Verifica dei gruppi di continuità.
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Preparare un messaggio precompilato per i clienti: “Non è colpa nostra stavolta”.
Cosa devono fare i consulenti IT?
Oltre a iniziare la giornata con una tisana al magnesio…
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Controllare i log dei sistemi critici nelle ore precedenti e successive alla tempesta.
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Rivedere i piani di continuità operativa dei clienti (anche quelli che “non servono mai”).
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Avvisare i responsabili aziendali che no, la CME non si risolve spegnendo e riaccendendo.
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Mettere in sicurezza dispositivi vulnerabili agli sbalzi di tensione.
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Aggiornare i clienti con toni rassicuranti… o ironici, dipende dal livello di disperazione.
Conclusione: quando la natura decide di fare troubleshooting
In un mondo dove l’infrastruttura IT è progettata per tutto, tranne che per il Sole in modalità rage quit, la parola d’ordine è prevedere l’imprevedibile.
E già che ci siamo, aggiornare i piani di disaster recovery: almeno stavolta la scusa “È colpa del Sole” è davvero legittima.
