Polonia, bomba devasta la linea Varsavia-Lublino. Tusk grida al sabotaggio.
Stavo facendo “zapping” sui siti di notizie quando mi sono imbattuto in questo articolo su Adnkronos:
https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/polonia-bomba-devasta-la-linea-varsavia-lublino-tusk-e-sabotaggio_3emSAxUnOvHgExngSnDHoq
… beh, qualche domanda me la sono fatta.
Domande semplici, basiche, proprio quelle che ti sorgono spontanee quando ti raccontano di un’esplosione devastante, ma l’immagine sembra uscita da un’officina, non da un campo di battaglia.
È successo di nuovo: un’esplosione “senza precedenti”, un “attacco alla sicurezza dello Stato”, un atto di “intelligence straniera”. Parole grosse, pesanti, drammatiche. Insomma, il comunicato perfetto per far capire al mondo che la Polonia è nel mirino dei cattivi. Ma come sempre, prima o poi arrivano le foto.
E lì… il castello vacilla.
Lungo la linea ferroviaria Varsavia-Lublino, tratta strategica per gli aiuti all’Ucraina, un ordigno sarebbe esploso vicino al villaggio di Mika. Un botto, dice il premier Donald Tusk, sufficiente a “far saltare un treno”.
Ma poi guardi le immagini e trovi:
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binari d’acciaio piegati, ok
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traverse (alcune di cemento, altre di legno) praticamente intatte
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pietrisco sotto i binari perfettamente ordinato, come se avesse appena passato l’esame di galateo ferroviario
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niente cratere, niente sassi volati, niente terra smossa
Per essere stata un’esplosione capace di far saltare un convoglio, sembra che l’ordigno abbia scelto chirurgicamente solo il ferro, ignorando completi 40 kg di ballast posati sotto.
Se esistesse un esplosivo “intelligente” che colpisce solo ciò che gli pare, le forze armate di mezzo mondo lo vorrebbero.
La versione ufficiale: colpa dei servizi segreti stranieri
Il ministro polacco dei servizi, Tomasz Siemoniak, va giù deciso:
“Abbiamo a che fare con intelligence straniera, non ladri di rame.”
Perfetto, deciso, sicuro.
Peccato che chiunque mastichi un minimo di dinamiche fisiche sappia che un’esplosione vera non lascia lì i sassolini perfettamente allineati come se fossero usciti da un catalogo della Leroy Merlin.
Intanto la narrazione si amplia: più punti della ferrovia sarebbero stati danneggiati, e l’intelligence, quella buona, ovviamente, lavora notte e giorno per trovare i colpevoli.
Livello di allerta? Forse si alza.
Motivo? “Operazioni ibride russe e bielorusse”, perché ormai basta dire “Russia” e ogni dubbio evapora come brina al sole.
Il paradosso che non raccontano
Se l’esplosione “doveva far saltare un treno”, com’è che:
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la ghiaia non si è mossa
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le traverse non sono spaccate
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il ferro è piegato come se qualcosa ci fosse passato sopra e non esploso sotto
Non serve essere ingegneri ferroviari per sapere che una detonazione sotto i binari si nota.
E tanto.
Qui invece sembra una deformazione meccanica, un sollevamento, un passaggio anomalo… insomma, tutto tranne un ordigno hollywoodiano.
Conclusione
L’esplosione della Varsavia-Lublino verrà sicuramente approfondita dalle autorità.
Magari spunterà davvero un ordigno.
O magari si scoprirà un malfunzionamento, un cedimento, un urto, qualcosa di molto più banale.
Ma una cosa è certa:
se questa è la foto di una “bomba devastante”, allora gli esplosivi moderni devono essersi evoluti al punto di avere buone maniere.
E noi, poveri spettatori, continuiamo ad assistere alla solita corsa a chi grida più forte “sabotaggio!”, sperando che almeno questa volta qualcuno si prenda la briga di spiegare come mai la ghiaia sia rimasta ferma come un soldato sull’attenti.
