“L’Italia non mi rappresenta”: il tormentone dei VIP annoiati
Se c’è una categoria che non conosce crisi, recessione o inflazione, è quella dei VIP che scoprono improvvisamente di non essere rappresentati dal governo italiano. Una mattina si svegliano, guardano il cielo, scoprono che il mondo è ingiusto e decidono che è ora di pronunciarsi: “Questa Italia non mi rappresenta!”.
E da lì parte lo show.
La dichiarazione rituale
Funziona così:
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Pubblicano un post indignato su Instagram (ovviamente dalla veranda di una villa da tre milioni di euro).
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Allegano una foto in bianco e nero, perché la sofferenza vera ha un filtro drammatico.
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Annunciano che, se le cose non cambiano, “valuteranno di lasciare il Paese”.
Spoiler: non succede mai.
La fiera dell’ovvio
Ogni volta lo schema è identico: criticano la politica come se fossero gli unici ad aver scoperto che non funziona tutto a meraviglia.
Il paradosso?
L’Italia non li rappresenta, certo… ma rappresenta benissimo il pubblico che compra i loro libri, guarda i loro film, e commenta con cuoricini le loro storie drammatiche in piscina.
La fuga promessa (ma mai avvenuta)
Il capitolo più emozionante è sempre quello: “Se continua così me ne vado all’estero!”.
Sì, come no.
Eppure eccoli lì, anno dopo anno: stessi talk show, stessi hashtag di protesta, stesso malcontento ricorsivo. Sono praticamente parte dell’arredamento nazionale, altro che expat ribelli.
Il grande mistero
La domanda è semplice: se questo Paese è così indegno, perché nessuno di loro si stacca mai dalla presa salda sugli inviti in Rai?
Forse perché, alla fine, l’Italia non li rappresenta… ma il cachet sì.
Conclusione amara (ma non troppo)
Ogni tanto ci scappa quasi da ringraziarli: nel caos della politica italiana, i VIP scontenti sono una certezza assoluta. Sempre pronti a ricordarci che lamentarsi è gratis, ma cambiare vita… not so much.
