La “famiglia nel bosco”: quando le scelte degli adulti diventano uno spettacolo e i bambini il contorno che nessuno protegge
Pensavate non ne parlassi vero?
Invece eccomi.
La vicenda della “famiglia nel bosco” è uno di quei casi italiani che iniziano in sordina e poi, come succede spesso, prendono una traiettoria tutta loro, rimbalzando ovunque a prescindere da quanto realmente se ne sappia.
Il nome sembra uscito da una fiaba, ma in realtà ha acceso un dibattito nazionale ancora prima di capire cosa fosse successo davvero. È bastato poco: un bosco, una famiglia, qualche ripresa, un paio di dichiarazioni e subito l’attenzione dei media si è moltiplicata come funghi dopo la pioggia.
Il punto che ha attirato più discussioni: i bambini
Nella storia ci sono anche dei bambini, e questo elemento ha amplificato il dibattito.
Non perché qualcuno avesse posizione o soluzioni, ma perché nel mondo dell’informazione italiana basta che ci siano dei minori perché tutto automaticamente diventi più rumoroso, più discusso, più polarizzante.
I bambini, paradossalmente, sono diventati il centro del racconto senza parlare, senza fare nulla, semplicemente perché fanno parte della famiglia. E questo è bastato a trasformare una storia locale in un caso nazionale.
La politica: “non sappiamo ancora cos’è, ma ci schieriamo”
Come da tradizione, la politica non poteva mancare.
La vicenda, appena ha iniziato a circolare, è stata adottata come simbolo, metafora, esempio, caso sociale, caso culturale… insomma: qualsiasi cosa potesse servire a costruire una dichiarazione da far girare nelle timeline.
Il bello è che tutto è successo prima ancora che si capisse davvero come stessero le cose.
Un classico.
I social: da zero a gladiatori in 3 commenti
E poi ci sono loro: gli utenti social, che sono entrati in modalità colosseo romano immediatamente.
Schieramenti netti, opinioni fortissime, insulti a tema botanico: tutto senza che nessuno sapesse esattamente come si svolgesse la situazione reale.
Come sempre, la velocità dell’indignazione ha superato quella delle informazioni.
La questione mediatica: perché ha fatto tutto questo rumore?
Perché in Italia il meccanismo è collaudato: basta un elemento insolito, in questo caso una famiglia nel bosco e il resto del racconto si costruisce da solo.
È lo stesso meccanismo che ha reso iconici altri casi di cronaca che tornano ciclicamente da decenni, come il celebre Garlasco: non come paragone, ma come esempio di come il circuito mediatico ami “adottare” una storia e farla tornare continuamente.
La “famiglia nel bosco”, per qualche giorno, ci è entrata con tutte le scarpe.
Missione compiuta (del tutto involontaria)
Alla fine, indipendentemente dai fatti e dagli sviluppi:
-
la storia è diventata virale;
-
i media l’hanno trasformata in un fenomeno;
-
la politica ha avuto un nuovo argomento da commentare;
-
i social hanno trovato un nuovo terreno di battaglia.
La famiglia?
Probabilmente si sarà chiesta come sia possibile che, da un bosco qualunque, sia partito un ciclone mediatico di queste dimensioni.
Ma in Italia funziona così: a volte il contorno diventa più grande della storia stessa.
