Informazione e controinformazione: il grande circo della verità

Viviamo nell’epoca d’oro dell’informazione. Mai come oggi abbiamo avuto così tanti modi per essere informati, disinformati, confusi, rieducati e infine convinti che tutto sia colpa di qualcun altro.

Un trionfo della conoscenza globale, dove ognuno ha diritto alla propria verità (quella sbagliata) e spesso (o soprattutto) anche a quella degli altri (anche questa sbagliata).

Basta aprire un social qualunque: c’è chi spiega la geopolitica in 30 secondi con un sottofondo trap, chi analizza il conflitto mediorientale dal balcone di casa, e chi smaschera complotti mondiali tra un unboxing e l’altro o stando seduto sul water (smettila di leggere cagate).

L’informazione è democratica (ehm, per il momento): tutti possono dire la loro, anche chi non sa coniugare un verbo o confonde la Finlandia con un tipo di formaggio (o non sa nemmeno dove sta Gaza).

I giornalisti? Eroi o complici, dipende dal post che hai letto stamattina (o che stai leggendo ora seduto sul water). Da una parte, quelli “ufficiali” che devono per forza obbedire ai poteri forti, quelli che, a quanto pare, si riuniscono ogni martedì sera in una pizzeria segreta (vuoi mettere?) per decidere i titoli del giorno dopo. Dall’altra, i paladini della controinformazione, che trasmettono in diretta da un garage umido o dalla cucina o dalla camera da letto ma loro sì che dicono la verità, perché hanno studiato.

E così tu, cittadino moderno, povera anima, scorri infinite timeline alla ricerca della verità vera (o quella che ti piace di più). Un’impresa eroica, se non fosse che ogni nuova fonte nega la precedente e insulta chiunque non sia d’accordo.

Nel frattempo, la notizia, quella vera, magari noiosa, magari complessa, muore soffocata tra un “click qui per la verità che non vogliono farti sapere” e un “shock, guarda cosa è successo dopo”. La velocità vince sulla sostanza, l’opinione sulla competenza, e la ragione sulla realtà.

Ma in fondo va bene così (a voi, a me no): nel grande circo dell’informazione, tutti vogliono solo una cosa: non essere informati, ma avere ragione.

E se la realtà non collabora, basta cambiare canale. O inventarsene uno nuovo.

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