Ispezione a Poggioreale: quando l’annuncio vale più dell’ispezione

Quando pensi di aver visto tutto… e poi arriva Ilaria Salis che annuncia una “ispezione a sorpresa” al carcere di Poggioreale.

Sì, a sorpresa. Su X. Davanti a 60 mila persone.


Un concetto di “sorpresa” molto moderno, evidentemente.

Ma il punto più interessante non è nemmeno quello: è capire a quale titolo Salis, fresca di un curriculum internazionale in fatto di attenzioni legali, si presenti davanti al carcere per verificare le condizioni della struttura e i diritti fondamentali.
E soprattutto: chi verifica lei?

Perché ricordiamolo: mentre oggi si presenta come garante dei diritti nelle carceri italiane, ieri, lato Ungheria, la situazione era leggermente diversa. Diciamo che c’era in ballo quella faccenda della giustizia ungherese da cui, con un certo entusiasmo, ha preso le distanze appena possibile.
Una fuga che, se fosse stata una disciplina olimpica, avrebbe meritato almeno la medaglia d’argento.

Così oggi ci ritroviamo con una scena meravigliosa: Salis che si presenta a Poggioreale in versione “ispettore umanitario”, pronta a controllare cosa non va nel carcere napoletano.
E la domanda nasce spontanea: ma per entrare a Poggioreale serve un permesso… o basta un tweet?

Siamo ufficialmente nella fase della politica 3.0:

  • ieri imputata,

  • oggi ispettrice,

  • domani chissà — magari arbitro alle Nazioni Unite.

L’immagine postata davanti al carcere, con espressione da “ho appena scoperto che la batteria è all’1%”, completa il quadro.

E intanto il popolo dei social non si smentisce: nel giro di appena 6 ore sono arrivati circa 771 commenti e,  sorpresa delle sorprese,  la quasi totalità sono insulti, prese in giro e sarcasmo a livelli industriali.
Diciamo che l’accoglienza non è stata proprio calorosa, ecco.

Intanto attendiamo “come è andata”, come promesso nel post.
Sperando che questa volta non serva un avvocato internazionale per raccontarcelo.

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