Riscaldamento globale o glaciazione? Lo studio che manda in tilt i profeti dell’Apocalisse
Ok, prepariamoci: questo è l’articolo che farà tremare i polsi a tutti quelli che da anni ripetono “se continuiamo così, tra dieci anni saremo arrosto come un pollo allo spiedo”. Perché?
Perché uno studio scientifico vero, pubblicato su Science, non sul “Giornale delle Opinioni di Zia Pina”, ha ipotizzato che, su tempi geologici molto lunghi, il pianeta non solo non prenderebbe fuoco… ma potrebbe addirittura finire in una nuova glaciazione.
Sì, la stessa glaciazione che per anni veniva etichettata come bufala dei negazionisti.
Sorpresa.
Lo studio (vero, verificato, serio)
La ricerca arriva dall’Università della California, Riverside (UCR). I ricercatori hanno analizzato un meccanismo naturale del ciclo del carbonio, in particolare come il seppellimento del carbonio organico negli oceani può agire come super-termostato del pianeta.
Riassunto brutale ma efficace:
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La Terra si scalda.
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Il ciclo del carbonio parte con le sue contromisure per riportare tutto in equilibrio.
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In certi scenari, però, il correttivo è così forte da creare un raffreddamento più potente del previsto.
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E quel raffreddamento, in modelli lunghissimi, “potrebbe condurre verso una glaciazione”.
Non domani, eh.
Non tra 50 anni.
Parliamo di tempi più lunghi di qualsiasi governo italiano nella storia.
“Saremo tutti bruciati!”. La versione ridotta del clima studiato su Instagram
Uno degli aspetti più divertenti di questa storia è vedere come si stanno contorcendo i professionisti del catastrofismo.
Quelli che fino a ieri erano certi che entro il 2035 saremmo vissuti in un gigantesco barbecue globale.
Gente che ha passato anni a postare foto di deserti con frasi tipo:
“Guardate! È la fine! È la prova che il pianeta sta collassando!”
Adesso cosa faranno?
Posteranno foto di igloo?
Lo studio infatti non dice “il riscaldamento non esiste”.
Non dice “stiamo benissimo, accendete i diesel e via”.
Dice qualcosa di più complesso, e quindi più fastidioso per chi vive di narrazioni semplici:
la Terra ha meccanismi naturali molto più sofisticati di quanto pensassimo.
E questi meccanismi… non sempre ci portano nella direzione che piace ai commentatori da social.
Perché glaciazione non significa “siamo salvi”
Attenzione eh, prima che qualcuno parta con lo champagne:
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Lo studio valuta dinamiche geologiche lunghissime.
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Non cambia nulla su ciò che accadrà nel prossimo secolo.
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Non è una previsione, è un modello potenziale.
Però aggiunge un punto fondamentale:
la scienza non funziona a slogan.
E soprattutto:
il clima non risponde ai tweet di nessuno.
E qui cadono miseramente tutti quelli che da anni usano il clima come clava politica:
prima “moriremo arrostiti”,
poi magari “moriremo congelati”,
sempre con toni da apocalisse Netflix.
La realtà?
Molto più complessa, molto meno cinematografica.
E molto meno adatta ai titoli isterici.
Calore, raffreddamento, equilibrio: il pianeta fa quello che vuole
Quello che emerge dalla ricerca è affascinante:
la Terra ha cicli regolatori intricati, che possono contrapporre il riscaldamento con processi di raffreddamento potentissimi.
Non siamo seduti su una stufa impazzita.
Siamo seduti sopra un sistema che autoregola, respira, reagisce, cambia.
E no: non ci sta chiedendo un parere prima di farlo.
Riflessione finale: dopo i “tutto caldo”… arrivano i “tutto freddo”?
E qui, parte la vera paura.
Non quella delle glaciazioni, non quella dei deserti, non quella del clima impazzito.
No.
La vera minaccia globale è un’altra:
l’umanità che si divide in nuove fazioni urlanti.
Perché ormai funziona così:
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Una parte dice una cosa → l’altra deve dire l’opposto.
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È un istinto primordiale, tipo quando ti ignorano e devi battere i pugni sul tavolo per importi.
E quindi, già me li immagino.
Abbiamo appena passato:
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vax vs novax,
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sinistra vs destra,
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pro-Palestina vs pro-Israele,
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ambientalisti vs “ambientalisti quando serve”.
E ora?
Ecco la nuova stagione della serie Netflix “L’Umanità non delude mai”:
“Riscaldamentisti” contro “Raffreddamentisti”.
Nuovi slogan, nuove magliette, nuovi sit-in.
Quelli che oggi si incollano per terra per denunciare l’aumento delle temperature…
domani potrebbero essere contrastati da un gruppo di altri luminari che si incollano al guardrail perché “arriva il gelo, svegliaaa!”.
Uno scenario meraviglioso:
da un lato i “Moriremo arrostiti!”,
dall’altro i “Moriremo congelati!”.
Nel mezzo, noi, che già abbiamo i maroni pieni da anni.
Perché tanto, come sempre:
la scienza parla, ma la gente urla.
E quindi sì, prepariamoci psicologicamente:
dopo gli eco-attivisti del caldo arriveranno anche gli eco-attivisti del freddo, pronti a rompere minuziosamente i globuli oculari al resto della popolazione, sempre con il tono di chi ha capito tutto mentre noi, poveri mortali, non capiamo una mazza.
Nuove proteste, nuovi blocchi del traffico, nuove discussioni da bar:
“Tu da che parte stai? Con quelli del caldo o con quelli del freddo?”
Come se il pianeta seguito un sondaggio a risposta multipla.
Nel dubbio…
io resto dell’idea che l’unico vero pericolo climatico siamo noi:
la specie che riesce a litigare anche sul meteo.
Conclusione: tranquilli, c’è tempo per comprare sia la crema solare che il piumino
Per ora continueremo a vivere in un periodo di riscaldamento.
Il clima è un problema serio, certo.
Ma la narrativa “andremo a fuoco tutti entro dopodomani” adesso ha un certo retrogusto comico… soprattutto alla luce di uno studio che parla di potenziali glaciazioni future.
Quindi, cari profeti del “caldo eterno”, adesso come la mettiamo?
Serve una pausa?
Volete aggiornare i volantini dell’Apocalisse?
Nel dubbio, io mi attrezzo:
sandali per l’estate, giubbotto da sci per il futuro remoto.
La scienza è questa: complessa, affascinante… e soprattutto molto meno catastrofista dei catastrofisti.
