Geopop, il dibattito si infiamma

Da divulgatori a debunker (e il pubblico si divide)

Tutto è cominciato da un mio commento tranquillo (ma anche da ciò che avevo scritto nel mio post precedente), educato, ma a quanto pare esplosivo sotto uno dei post più “filosofici” di Geopop, quello in cui Andrea Moccia spiegava perché “molti guardano i loro video ma non li seguono”.
Ho semplicemente fatto notare che da divulgatori a debunker il passo è stato breve, e che, forse, col successo è arrivata anche un po’ di presunzione.
Apriti cielo.

Andrea Moccia, in persona, ha risposto:

“Peccato che sia questa la tua sensazione. Io ho sempre dubbi su tutto. Più domande che risposte.”

Niente di male se non fosse che, in molti video, quei “dubbi” sembrano sempre più certezze granitiche.
Così è iniziato un piccolo incendio digitale.
C’è chi ha cercato di argomentare e chi, invece, ha preferito scendere nel campo fiorito degli insulti creativi: da “cazzari” a “salutami ET”, con la solita spruzzata di “non ci metti la faccia” (classico argomento da tastiera).

Ho risposto, certo. E con garbo.
Ma più rispondevo, più emergeva una cosa chiara: la discussione non era più sul merito, ma sulla fede.
Non su cosa dice Geopop, ma su chi osa criticarli.
C’è chi li difende “perché le cazzate vanno smentite”, e chi invece vede in loro la nuova Fanpage scientifica, braccio mediatico di Bruxelles, “la Germania del ventennio”, per citare un commento particolarmente ispirato.

E nel frattempo spunta il “Team Angela”, quello del “meglio Piero che Malanga”, come se la divulgazione fosse una curva da stadio con la sciarpa al collo.
C’è persino chi ha risposto con perle di psicologia spicciola tipo:

“Lei vede il male ovunque, deve essere un brontolone invidioso. Prenda la vita con più positività.”
(sottotitolo implicito: “fatti una camomilla e segui il canale, su!”)

Il bello o il brutto, dipende dai punti di vista, è che tutto questo conferma esattamente ciò che volevo dire: quando un canale di divulgazione genera tifoserie, ha smesso di divulgare.
La scienza, quella vera, nasce dal dubbio. Il debunkerismo da tastiera, invece, nasce dalla certezza di aver sempre ragione.

Morale?
Il dibattito è acceso, ma il termometro della serenità è rotto da un pezzo.
E mentre nei commenti volano “cazzari” e “illuminati”, resta una domanda che nessuno sembra voler affrontare:
forse Geopop è davvero diventato un po’ troppo Geopop sui nervi.

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