BuBu 2 – La capriola: “Resto su X, ma solo in vetrina”
Dopo l’annuncio dell’addio ai social, il Professor Burioni precisa: “No, non me ne vado. Resto, ma solo in vetrina”.
Come nei negozi di lusso: puoi guardare, ma non toccare.
Burioni, episodio due: la rivincita della vetrina
Sembrava un addio definitivo, una di quelle uscite di scena alla “lasciatemi stare, non vi meritate la mia scienza”.
E invece no: il nostro BuBu nazionale è tornato prtaticamente all’istante (anzi non se ne è mai andato) su X con un post che sa di sequel.
“No, rimarrò qui usando questo spazio come una ‘vetrina’, ma tutta l’attività divulgativa si sposterà su Substack.”
Una frase che, tradotta, suona più o meno così: “Resto, ma non parlo. Però guardatemi lo stesso.”
Un po’ come un influencer in pausa spirituale che però continua a pubblicare le foto delle pause.
Dalla “sputacchiera” alla vetrina
Nel precedente episodio (leggilo qui), BuBu annunciava l’addio ai social gratuiti, stufo di essere usato come “punching ball dei somari maleducati”.
Ora però la narrazione cambia: la sputacchiera diventa una vetrina.
E il Professore, da vittima del web, si trasforma in espositore di se stesso.
In pratica: niente più commenti, niente più repliche, ma solo esposizione controllata della scienza; con vetro antiproiettile e abbonamento incluso.
La logica del nuovo BuBuverse
A questo punto la carriera comunicativa del Professore è un po’ come un esperimento quantistico:
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È presente, ma non interagisce.
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È visibile, ma non discutibile.
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È divulgatore, ma solo se ti abboni.
Un modello rivoluzionario: la scienza in modalità freemium.
Conclusione
Dopo anni di talk show, tweet e libri, Burioni è riuscito a fare ciò che nemmeno i virologi concorrenti avevano previsto:
trasformare il dibattito scientifico in una vetrina con accesso limitato.
Il pubblico potrà sempre guardare, certo.
Ma per capire cosa dice BuBu… servirà il biglietto.
