BuBu Burioni lascia i social: “Non mi insultate più gratis, fatelo con carta di credito”


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Il “divulgatore scientifico” si stanca della “sputacchiera gratuita” dei social e trasloca su una piattaforma a pagamento. Finalmente insulti con ricevuta fiscale.

BuBu e la rivoluzione del pay-per-insulto

Dopo anni di apparizioni televisive, conferenze, tweet e post in ogni dove, Roberto Burioni anzi, BuBu per gli amici del telecomando, ha deciso di dire addio ai social “gratuiti”. Troppi insulti, troppa volgarità, troppa libertà.
E allora, soluzione geniale: mettere un pedaggio digitale all’indignazione.

Su Substack, annuncia il Professore, chi vorrà contestarlo dovrà almeno lasciare il numero della carta di credito. In pratica, se ti arrabbi, paghi due euro di ticket sanitario.

La scienza non è gratis (ma quasi)

Burioni precisa che la quota mensile sarà “irrisoria”. Come dire: “la verità ha un prezzo, ma la polemica è in promozione”.
Nel frattempo continuerà con le ospitate in TV, gli editoriali su Repubblica e il nuovo libro in arrivo.
Insomma, il professore non si ritira: si moltiplica. È un po’ come il principio di Archimede applicato ai talk show, più lo spingi giù, più riemerge in un altro canale.

Dal vaccino alla subscription

Per chi lo segue da anni, non è certo la prima metamorfosi: Burioni è passato dal parlare di virus al diventare il vaccino stesso contro la noia televisiva, efficace ma con effetti collaterali di lunga durata.
C’è chi lo adora, chi lo sopporta e chi lo studia come fenomeno da laboratorio.
In ogni caso, Burioni è riuscito in un’impresa storica: rendere la divulgazione scientifica un servizio in abbonamento, come Netflix, ma con meno intrattenimento.

Riflessione finale

Forse BuBu non ha tutti i torti. I social sono diventati una giungla, e cercare di fare divulgazione lì dentro è come tenere una lezione di fisica al karaoke.
Però, chissà, magari il problema non sono gli insulti, ma il fatto che, dopo anni di “Buonasera, sono Burioni”, qualcuno ha iniziato a preferire il silenzio terapeutico.

E allora, BuBu, in bocca al lupo per la nuova avventura.
Ma una domanda resta:

“Pagando due euro al mese, avrò diritto anche a una spiegazione che non cambia ogni stagione televisiva?”

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