Università di Bologna vs Esercito: filosofia sì, ma solo se non pensa troppo

Pare che a Bologna, culla della cultura, della storia e delle immancabili assemblee eterne, si sia verificato lo scontro del secolo: Filosofia contro Esercito.
O meglio: Dipartimento di Filosofia che vede l’Esercito arrivare alla porta e, in pieno spirito accademico, la chiude dall’interno e spegne la luce fingendo di non essere in casa.

Secondo quanto denuncia la sottosegretaria Isabella Rauti, l’Esercito aveva osato proporre un corso di laurea in filosofia per i giovani ufficiali dell’Accademia di Modena. Una cosa folle, impensabile: militari che studiano il pensiero critico.
Perché mai dovrebbero? Già è complicato farlo studiare agli studenti normali, figuriamoci a quelli armati.

La proposta, sostiene Rauti, nasceva addirittura per ampliare orizzonti culturali, dare competenze umanistiche e formare ufficiali capaci di riflettere.
E qui, probabilmente, qualcuno al Dipartimento ha avuto un mancamento: riflettere? Pensare? Con un’uniforme addosso?
Apriti cielo, spalancati assemblee.

Ovviamente, il rifiuto viene nobilitato con la solita retorica della “militarizzazione dell’università”, perché si sa: un corso di laurea è un carro armato, un esame di filosofia morale è un missile balistico e la discussione di tesi equivale alla dichiarazione di guerra.

Rauti risponde indignata che si tratta di “un investimento culturale”.
E infatti, nella logica accademica, l’investimento culturale è accettabile solo se non troppo utile e soprattutto se non interessa all’Esercito.
Altrimenti no, grazie: meglio un altro seminario sulle emozioni degli epistemi trans-situati nel post-capitalismo relazionale.

Poi arriva Crosetto, che come sempre entra in scena con la delicatezza di un Tolkien in modalità epica:
Gli ufficiali respinti, dice, saranno comunque pronti a difendere tutti, compresi quelli che oggi li rifiutano.
Un po’ come dire: “Tranquilli, anche se ci trattate da appestati, se arriva l’orco veniamo lo stesso”.
Magnanimi, va riconosciuto.

Intanto il 3 dicembre si terrà il Forum della Formazione Interforze. Chissà, forse discuteranno su come riuscire a far dialogare due mondi che non si parlano più: l’accademia che teme l’Esercito e l’Esercito che vorrebbe studiare filosofia.
Una tragedia moderna.

Nel frattempo, a Bologna, è stato avvistato un filosofo che mormorava:

“Se un militare pensa, è filosofia.
Se un filosofo pensa ai militari, è un consiglio di facoltà.”

E con questo ho detto tutto ma dal profondo mi sorge un:

Ma vete finito con ‘ste cazzate ?

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