“Attacco preventivo”? Ma perché non ti fai i fatti tuoi?

Ogni tanto, dalla scena internazionale, spunta un personaggio che decide di illuminare il mondo con un’idea brillante come un faro… spento.
Questa settimana è il turno dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che al Financial Times ha pensato fosse una buona idea parlare di “attacco preventivo” alla Russia.
Così, serenamente.
Come se stesse suggerendo di cambiare marca di caffè, non di avvicinare il pianeta a un barbeque nucleare.

E mentre la Nato probabilmente stava cercando di capire chi avesse lasciato il microfono aperto, da Mosca è arrivata la reazione indignata di Maria Zakharova, che a indignarsi è ormai più allenata di un atleta olimpico.
E non ha nemmeno tutti i torti.

Perché viene spontanea una domanda semplice, diretta e perfida:
Ma in quale universo un ufficiale si mette a fantasticare di un “attacco preventivo” contro la Russia come se stesse proponendo un aperitivo?

E soprattutto:
Per quale ragione? Chi gliel’ha chiesto? Perché non si fa i fatti suoi?

C’è già un conflitto aperto in Ucraina, tensioni ovunque, la diplomazia cammina sul ghiaccio sottile… e lui decide che è il momento giusto per lanciare l’idea più intelligente del secolo: attaccare la Russia “in modo difensivo”.
Sì, certo.
Come lanciare un fiammifero in una polveriera “per sicurezza”.

La Russia ovviamente parla di “mossa irresponsabile”.
E per una volta dovremmo dirle:
Grazie, Maria, sì, è proprio una cavolata.
Sentirselo dire dalla Russia fa effetto, certo… ma in questo caso il bersaglio è facile come prendere un treno in ritardo in Italia.

E allora torniamo alla metafora più realistica:
una formica che decide di attaccare un elefante perché si sente minacciata.
L’elefante manco se ne accorge, la formica muore schiacciata dal suo stesso entusiasmo e tutti gli altri si chiedono cosa avesse bevuto.

Nel frattempo, noi continuiamo a domandarci:
ma davvero non c’era un argomento più intelligente da portare al Financial Times?
Tipo la pesca sostenibile? I tombini di Roma? La crisi dei tappi di plastica?
Qualsiasi cosa sarebbe stata più utile di parlare di “attacco preventivo”.

E poi ci chiediamo perché il mondo non riesce mai a calmarsi.

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