Siamo andati o no sulla Luna? La grande impresa che nel 2025 non riusciamo più a replicare

Ah, la Luna. Il sogno di un’epoca, la prova del genio umano… o la più grande fiction mai prodotta in bianco e nero.
Nel 1969, secondo la storia ufficiale, l’uomo ci è arrivato con calcolatori più deboli di una calcolatrice tascabile e navicelle costruite con lamiera e speranza.
Oggi, nel 2025, abbiamo intelligenze artificiali, auto che si parcheggiano da sole e razzi che atterrano in verticale come nei fumetti… eppure, non siamo ancora riusciti a rifarlo.

Strano, vero?

Quando la tecnologia andava avanti… a valvole

Negli anni Sessanta, bastavano qualche rotolo di nastro magnetico, un computer grande quanto una stanza e un gruppo di uomini con camicie bianche e occhiali spessi per raggiungere la Luna.
Oggi, per inviare un aggiornamento software a un razzo, serve un team di mille ingegneri, cinque server farm e la connessione non deve cadere, altrimenti “mission failed”.

All’epoca, tutto era “impossibile ma vero”.
Ora, tutto è “possibile ma in beta”.

Informazione vs Controinformazione: il remake infinito

Da un lato c’è l’informazione ufficiale, che racconta con orgoglio le gesta dell’Apollo 11 e le bandiere piantate sul suolo lunare.
Dall’altro, la controinformazione, che zooma su ogni fotogramma, cercando l’ombra fuori posto o il riflesso sospetto nel casco.
Nel mezzo, milioni di utenti che si dividono in due tribù digitali: quelli che difendono la NASA come un dogma, e quelli che credono che tutto sia stato diretto da Kubrick tra una scena di 2001: Odissea nello spazio.

E la verità?
Beh, si è persa da qualche parte, probabilmente tra due forum e un video “shock” da 480p.

La Luna 2.0 (ancora in lavorazione)

Oggi abbiamo satelliti che fotografano la Terra a 4K, rover che esplorano Marte, e persino progetti per colonizzare altri pianeti.
Eppure, quando si tratta della Luna, improvvisamente la NASA “ci sta lavorando”. Da anni.

Ogni nuovo annuncio sembra un sequel di un film che non esce mai:
“Torneremo sulla Luna entro il 2024!”
Poi 2025. Poi 2028. Poi, quando l’IA avrà scritto anche la sceneggiatura.

È un po’ come aggiornare Windows: ogni volta si promette qualcosa di straordinario, ma alla fine ci si ritrova con lo stesso desktop e un’icona nuova.

Tra mito, memoria e marketing

Il punto non è più se siamo andati, ma perché non possiamo più andarci.
Forse non si tratta di tecnologia, ma di narrativa.
Negli anni Sessanta serviva una storia per unire il mondo: l’uomo che sfida l’impossibile.
Oggi serve una storia che unisca i clic: il video che sfida l’algoritmo.

E mentre le testate online discutono su chi possieda la verità, la verità nel frattempo cambia canale e va a farsi un giro in orbita.

Epilogo: un piccolo passo per l’uomo, un grande salto per la nostalgia

Forse siamo andati sulla Luna.
O forse ci siamo solo avvicinati abbastanza da raccontarlo bene.
Ma tranquilli: nel frattempo stiamo tornando… appena finisce la riunione con i finanziatori, l’aggiornamento del firmware e la campagna social.
Del resto, se nel 1969 bastava una radio e un sogno, oggi servono anche i diritti di streaming.

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