Albanese 2 – La Vendetta: L’Acrobata della Comunicazione Ritenta il Triplo Avvitamento Morale

A volte ritornano. E nel caso di Francesca Albanese, tornano capovolti, ritorti e perfettamente pronti per un nuovo show acrobatico in prima serata.
Questa volta il palco è lo studio di Giletti, dove la relatrice ONU sfoggia un elegante triplo salto mortale carpiato della coerenza, atterrando, neanche troppo in piedi, sulla vicenda del blitz ProPal alla redazione de La Stampa.

Per chi si fosse distratto un secondo: parliamo di quell’assalto in cui un gruppo di geni del dissenso ha deciso che il modo migliore per dialogare con la stampa fosse vandalizzare gli uffici e spargere letame davanti al cancello. Una scelta olfattivamente impegnativa.

“Mi avete travisata!” – Il classico evergreen

Albanese, sentendosi addosso più critiche che followers finti sui social, ha deciso di chiarire:
La frase “l’assalto è un monito per riportare i giornalisti a fare il loro mestiere” sarebbe stata estrapolata, distorta, travisata…
Insomma, mancava solo dicesse che era colpa del deepfake.

Il problema?
Che persino quella stampa che di solito la incarta a Natale come panettone solidale stavolta l’ha guardata male.
La FNSI l’ha definita pericolosa e penosa.
Il che, va detto, non è esattamente la recensione che uno sogna.

L’acrobazia del “Io condanno tutto, ma…”

Durante l’intervista, Albanese parte per la tangente con una strategia cristallina:
difendere i giornalisti,
condannare la violenza,
ma comunque ricordare che i giornalisti dovrebbero fare meglio il loro mestiere,
ma non è una minaccia,
ma smettetela di travisarmi,
ma comunque mi diffamate tutti,
però vi proteggo eh,
anche voi de Il Tempo che vi voglio tanto bene.

Un capolavoro.
Un manuale vivente di come dire tutto e il contrario di tutto senza sembrare troppo confusi.

“Mi sarei interposta fisicamente!”

Il momento più glorioso?
Quando afferma, con una sicurezza da supereroina Marvel, che se fosse stata presente al blitz si sarebbe interposta fisicamente per proteggere la redazione.
Addirittura anche quella de Il Tempo o de La Verità, che lei stessa definisce “diffamatori”.

Quindi, riassumendo:
– Ti diffamano.
– Ma tu li difenderesti fisicamente.
– Però ti fraintendono.
– Però loro devono fare meglio il loro mestiere.
– Però tu sei vittima di linciaggio mediatico.
– Ma sei stata travisata.

Serve il diagramma di flusso.

Ora, visto che avevo già fatto un articolo sulla Signora Albanese, mi piacerebbe divertirmi un pò sui commenti ricevuti perchè sono un bizzarro miscuglio di ignoranza assertiva, indignazione improvvisata e insulti creativi di terza categoria.

Analisi dei commenti: il Circo Barnum dell’indignazione social

Quando si parla della nostra eroina del boomerang mediatico, i commenti si trasformano in uno spettacolo a metà tra forum di quartiere, psichiatria sperimentale e sagra del fraintendimento.

Ecco qualche perla.

La matematica dell’argomentazione

“Come mai, un profilo con 7 followers…”

Splendido esempio della nuova logica 2.0:
Hai pochi follower → la tua opinione vale meno di zero.
Quindi se Einstein avesse avuto Instagram sarebbe stato zittito da un 14enne con 3.000 follower grazie ai balletti di TikTok.

La storia riscritta in 30 secondi

“Alla larga da me i nostalgici del peggior periodo storico italiano!”

Classico. Argomento random pescato dal sacchetto “insulti standard”.
Tema del giorno: Storia. Voti: rimandato a settembre.

La tifoseria Pro/Contro

Da un lato:

“La trovo molto corretta in tutto quello che dice.”

Dall’altro:

“Imbarazzo per chi? Per dei filoisraeliani assassini con la terza media?”

La dialettica è viva, vibrante e completamente scollegata dal tema, come sempre.

I certificatori della verità

“La sua non è presunzione, sono i fatti.”

Fatti certificati, pare. Da chi? Boh, qualcuno avrà un timbro da qualche parte.

La Sagra dell’Insulto Creativo

Il reparto poeti maledetti non tradisce mai:
“Torna a sbocchinare i serial killer di bambini sionisti.”
“Deve essere bello non capire un cazzo…”
Una qualità linguistica degna del retro di un bagno dell’autogrill.

La comicità involontaria

“Tutti quelli che hanno il profilo falso come te 😂”

L’indignazione improvvisata a volte è arte contemporanea.

Livello: Antropologia

Si arriva al gran finale:

“Prima dell’antropologia, non ti conviene studiare l’alfabeto e imparare a scrivere il tuo nome?”

Che, lo ammetto, è un insulto con un certo stile… se fossimo nel 1950.

Alla fine, quei commenti sono la prova definitiva che sui social molti non cercano un dialogo, ma un posto dove parcheggiare la propria ignoranza e chiamarla opinione;  mentre i suoi fan più accesi non ascoltano nemmeno ciò che dice: la difendono a prescindere, trasformandola in un’eroina di parte invece che in una persona con responsabilità reali.

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