UE: Altro giorno, altro scandalo. Ormai sembra “CSI Bruxelles”
ncredibile ma vero: a Bruxelles pare che il soft power sia stato sostituito dal soft handcuff. L’ultima puntata della soap opera europea vede protagonista niente meno che Federica Mogherini, ex Alta rappresentante UE e attuale rettrice del Collegio d’Europa, finita sotto indagine in un’inchiesta che coinvolge presunte frodi nella formazione dei giovani diplomatici.
Sì, perché a quanto pare, per imparare la diplomazia serve un corso di nove mesi… ma per aggirare una gara d’appalto basta un attimo e un paio di informazioni riservate messe nel posto sbagliato. O nel posto “giusto”, a seconda dei punti di vista.
La scena del crimine: Bruges e Bruxelles
La Procura europea (EPPO) ha mandato la Polizia federale belga a bussare alla porta del Collegio d’Europa e del Servizio Europeo per l’Azione Esterna. Bussare, si fa per dire: all’alba, con le luci blu e l’atmosfera da episodio di Narcos.
Tre persone fermate, tra cui Mogherini. Documenti sequestrati. Indagini su frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi… praticamente l’intero pacchetto “premium” delle malversazioni europee.
L’oggetto del desiderio?
Il progetto della nuova Accademia Diplomatica UE: un programma di formazione che doveva forgiare i futuri diplomatici europei. E invece sta formando ottimi soggetti per un docu-crime Netflix.
A quanto pare qualcuno potrebbe aver saputo con “leggero anticipo” i criteri della gara. Un dettaglio di poco conto, no?
Una sciocchezza. Tipo giocare al Superenalotto conoscendo già i numeri.
L’UE commenta: “Non possiamo dire niente”
La portavoce del Servizio esterno, con perfetta postura istituzionale, ha dichiarato: “C’è un’indagine in corso. Non possiamo fornire dettagli”.
Tradotto: la situazione è talmente incasinata che qualunque cosa diciamo peggiora.
E mentre Bruxelles prova a non farsi cadere addosso il soffitto…
Arriva l’Ungheria col popcorn in mano
E Budapest, ovviamente, non poteva mancare all’appuntamento.
Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orbán, su X ha praticamente fatto partire l’hashtag #UEscandaliogniGiorno, ridendo sotto i baffi:
“È curioso come Bruxelles faccia la predica a tutti sullo stato di diritto, mentre le sue istituzioni sembrano più una serie poliziesca che un’unione funzionante.”
Non ha tutti i torti: ormai tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo manca solo l’investigatore privato con impermeabile beige e sigaretta spenta.
L’immagine dell’Europa che “ci chiede rigore”… mentre qualcuno sembra aver preso un po’ troppo alla lettera la parola gara.
E intanto i futuri diplomatici cosa imparano?
A oggi, l’unica certezza è questa:
la diplomazia europea ha trovato il suo nuovo corso avanzato, intitolato:
“Come gestire uno scandalo internazionale senza far crollare un’istituzione.”
Con laboratorio pratico.
Aperto a tutti.
A giudicare dall’aria che tira… con molti iscritti.
