Matrimoni da riconoscere: l’UE risolve “i problemi importanti” prima di pranzo
L’Unione Europea ha finalmente deciso di affrontare una delle questioni più pressanti, fondamentali, epocali e assolutamente prioritarie per il destino del continente: il riconoscimento dei matrimoni omosessuali tra Stati membri.
Già mi immagino i cittadini europei esultare dalle coste del Portogallo ai confini dell’Est, tutti uniti nel gridare:
“Fantastico! Adesso che avete risolto questo, magari vi ricordate che abbiamo anche qualcosina chiamata inflazione, bollette, aziende che chiudono, guerre ai confini e sistemi sanitari che scricchiolano come porte di un horror di serie B?”
Ma niente, Bruxelles procede impavida, concentrata sulla sua priorità numero uno: controllare che la coppia sposata a Lisbona sia sposata anche a Bucarest, altrimenti l’Europa rischia di crollare come un castello di carte di cartoleria discount.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con un tempismo degno di un orologio svizzero, ha stabilito che un matrimonio omosessuale legalmente contratto in uno Stato Ue deve essere riconosciuto automaticamente da tutti gli altri.
E ci mancherebbe: in un’Europa dove ogni Paese ha le sue regole per tutto, dalla forma del cetriolo alla misura dell’etichetta del miele, questa era l’unica uniformità che mancava.
E naturalmente, nella stessa Europa che ha risolto brillantemente l’emergenza planetaria dei tappi di plastica attaccati alle bottiglie, perché come si sa quella era l’altra grande minaccia all’integrità dell’Unione, era ovvio che il prossimo passo fosse occuparsi dei registri matrimoniali. Prima i tappi, poi tutto il resto, in una scala di priorità che nemmeno gli dei dell’Olimpo riuscirebbero a interpretare.
Il bello è che l’annuncio arriva mentre l’UE è impegnata su dossier minori tipo:
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cercare di capire dove siano finiti i soldi dei fondi strutturali,
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decidere se esista ancora una politica estera comune,
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spiegare ai cittadini perché ogni cinque minuti ci sia una “crisi senza precedenti”,
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e tentare di capire come sia possibile che i Paesi membri litighino più di una riunione condominiale con ascensore rotto.
Ma ehi, i matrimoni omosessuali ora sono riconosciuti ovunque.
L’Europa sarà pure un Titanic che si ostina a fare riunioni sul colore dei salvagenti mentre imbarca acqua, ma almeno lo fa con stile, progressismo e un impeccabile rispetto delle forme legali.
In fondo, perché affrontare il dramma del costo della vita quando puoi armonizzare i registri matrimoniali?
Perché discutere seriamente di difesa comune quando puoi litigare sul significato di “coniugi” in 24 lingue diverse?
Perché intervenire sulla crisi energetica quando puoi finalmente far sposare simbolicamente Tallinn e Atene?
Insomma: una vittoria.
Di chi, non si è ancora capito, ma una vittoria.
L’importante è che l’Europa continui a darci materiale per articoli satirici.
Per tutto il resto… c’è sempre la prossima riunione urgente del Parlamento Europeo. Dove, come al solito, non risolveranno nulla, ma almeno avranno discusso un sacco.
