Milano, il venerdì senza traffico: miracolo metropolitano o semplice paura collettiva?

Milano, la città dove anche i piccioni corrono, improvvisamente il venerdì mattina diventa quasi… vivibile. Le strade scorrono, i semafori non sembrano messi lì per torturarti, le rotonde sono addirittura praticabili e i parcheggi… be’, i parcheggi esistono davvero.
Una Milano così non si vedeva nemmeno nelle cartoline degli anni ’60, quando la gente sorrideva perché non aveva ancora scoperto le ZTL.

E allora torna inevitabile la domanda:
ma dove diamine sono finiti tutti?

Teoria n.1: la grande paura dello sciopero  anche quando non c’è

A Milano basta pronunciare la parola “sciopero” per scatenare reazioni degne di un’allerta meteo arancione.
Non importa se lo sciopero è vero, mezzo-vero, forse-qualcosa o solo vociferato dal cugino del vicino del portinaio: il venerdì diventa la giornata più strategica per “evitare disagi”.

Tradotto:
telelavoro preventivo, modalità bunker attiva, traffico azzerato.
E le strade ringraziano come se fossero andate in vacanza alle Maldive.

Teoria n.2: lo smart working post-Covid che ormai è più tradizione del panettone

Doveva essere temporaneo, ricordiamolo.
Una misura d’emergenza, un periodo transitorio.
Poi il venerdì si è rivelato il giorno perfetto per lavorare da casa:
– niente corse,
– niente traffico,
– niente inutili riunioni per “fare il punto del punto del punto”.

E così gli uffici si svuotano più in fretta di una discoteca quando accendono le luci alle 4 del mattino.
Risultato?
Milano si trasforma in una città normale.
Cosa che, detta così, fa persino impressione.

Effetti collaterali (positivi… e inaspettati)

1. Ristoranti e bar così vuoti che sembra di essere in una città del Nord Europa

La pausa pranzo diventa un’esperienza quasi spirituale.
Si entra, si ordina, si mangia: senza battaglie, senza gomitate, senza sentirsi dire “eh no, per due bisogna aspettare 40 minuti”.

I ristoranti, di solito assediati come se regalassero il cibo, improvvisamente sono tranquilli.
Ti siedi dove vuoi.
Ti portano il piatto in tempi umani.
E il caffè non ha il retrogusto della fretta mista al senso di colpa.

Per alcuni è quasi un trauma positivo.

2. I bar riscoprono l’arte della cortesia

Il barista non ti guarda male.
Non ha la mano già sul POS quando ti vede entrare.
Non ti chiede “al volo?” con tono interrogativo-aggressivo.

Il venerdì il barista ti ascolta, ti sorride persino.
Una Milano così si era vista solo nelle brochure pubblicitarie.

3. Pedoni più rilassati del solito (che già è un miracolo)

I pedoni non arrancano come se stessero rincorrendo l’autobus che “forse” sta arrivando.
Non attraversano a zig-zag come se avessero un GPS impazzito.
La città sembra respirare e chi cammina… respira con lei.

C’è chi passeggia con un ritmo normale, chi guarda le vetrine senza sembrare sotto doping, chi addirittura procede senza auricolari: sì, ascoltano il mondo vero, non il solito podcast motivazionale.

Un antropologo avrebbe materiale per una ricerca decennale.

4. La qualità generale della vita aumenta di un buon 40% (scientificamente percepito)

Meno traffico = meno nervi tesi.
Meno nervi tesi = meno clacson, meno litigi, meno “ma dove vai?!”.
E questo si riflette su tutto:
– guidatori più gentili (o quantomeno meno arrabbiati),
– pedoni più sereni,
– ristoratori meno stressati,
– e soprattutto… cittadini increduli che si chiedono come sia possibile tutto questo.

Conclusione: Milano il venerdì è la città che vorremmo dal lunedì al giovedì

Che sia colpa della paura dello sciopero o merito dello smart working post-Covid, una cosa è certa:
Milano il venerdì è la sua versione migliore.
Più vivibile, più calma, più umana.

Forse bisognerebbe farci un pensierino:
non sarà mica che… funziona?

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