Landini e lo sciopero del venerdì: la faccia tosta in HD
C’è chi il coraggio ce l’ha.
Poi c’è chi ha la faccia tosta.
E poi c’è Maurizio Landini, che ha la faccia tosta a tre strati, impermeabile, antigraffio e resistente alle critiche più del vetro temperato.
Il segretario della CGIL infatti ha deciso di regalarci un momento televisivo epocale:
ammettere pubblicamente che gli scioperi si fanno il venerdì per creare il massimo disagio e assicurarsi due giorni interi di riflettori.
Finalmente lo ha ammesso!
Non che avessimo dubbi, eh, ma sentirlo dall’interessato ha quel retrogusto di arroganza perfetta che ti fa pensare:
“Ok, ora capisco perché la gente perde la pazienza.”
“Scioperiamo il venerdì per fare più danni possibile”, la frase che nessuno avrebbe confessato… a parte lui
Sì, perché serve un livello di spudoratezza cosmica per dichiarare:
«Lo sciopero è fatto per creare un problema.»
«Il venerdì crea più disagio.»
«Così parliamo sui giornali sabato e domenica.»
E a quel punto scatta spontanea la domanda che milioni di italiani hanno formulato in simultanea:
“Ma si rende conto delle stronzate che dice o è nato così?”
Ah, beh.
E noi credevamo fosse per tutelare i lavoratori.
Invece no: è marketing, è showbiz, è la fiera dei disagi.
Altro che sindacato: dovrebbero cambiare il nome da CGIL a la DCS (Divisione Caos Organizzato).
E mentre lui parla, con quell’aria eternamente scandalizzata, tu senti quella vocina interiore che dice:
“Ma davvero dobbiamo ascoltare sta roba? Ma come si fa?”
Perché, diciamolo, ogni frase di Landini attiva automaticamente il 15% di voglia in più di prenderlo a sberle, quelle educative, quelle che il buon senso distribuirebbe gratis a chi se la cerca.
E intanto la CGIL perde iscritti… e rimangono solo i pensionati “da manifestazione”
E più Landini parla, più si capisce perché la CGIL stia perdendo iscritti a vista d’occhio.
I lavoratori attivi scappano, e alla fine restano solo i pensionati fidelizzati, quelli che portano alle manifestazioni perché ormai sono l’unica “base stabile”.
Unico dettaglio: niente set di pentole in omaggio, solo bandierine e qualche ora all’aria aperta.
Se questo è il livello di strategia, tra un po’ le assemblee le faranno direttamente al circolo bocciofila, che almeno lì c’è la tombola.
“Abbiamo chiesto 100 e ci danno 1” – che poi è la sua versione del “voglio tutto subito”
Landini lamenta che il governo ha accolto solo una parte delle richieste sul taglio delle tasse.
Voleva 100, ne arriva 1.
Perfetto.
Il problema è che lo dice con l’atteggiamento di chi ha appena scoperto un’ingiustizia universale.
Nel frattempo tu sei in coda, bloccato da uno sciopero organizzato proprio perché deve dare fastidio.
E te lo dicono pure.
Il venerdì come arma di distruzione di massa
Landini lo ammette sereno:
il venerdì è scelto perché fa più male possibile.
E mentre spiega la strategia con la serenità di un contabile, cresce l’istinto di scuoterlo tipo maracas.
Perché certe cose puoi anche pensarle… ma dirle così, come se fossero un atto di eroismo, è roba da professionista del fastidio.
“In Germania queste cose non succedono”; ma va?
La perla finale arriva quando Landini paragona l’Italia all’estero.
Sicuro, in Germania non succede.
In Francia nemmeno.
In Inghilterra men che meno.
Forse perché lì non c’è qualcuno che rivendica orgogliosamente la strategia “creiamo disagio così parliamo sui giornali”.
Conclusione: quando la faccia tosta diventa programma sindacale
In sintesi, Landini è riuscito a fare un miracolo:
dire esplicitamente quello che tutti sospettavano.
E mentre parla, con la sua tipica posa da rivoluzionario da salotto, noi qui, bloccati nei mezzi, abbiamo solo due certezze:
-
Il venerdì non è più un giorno, è una minaccia.
-
Lui ha davvero una faccia tosta che sfida le leggi della quantistica.
E ogni volta che apre bocca cresce quel leggero istinto di somministrargli un paio di schiaffoni , categoria “rinforzo educativo”.
E intanto la CGIL si chiede perché perde iscritti.
Ma guarda un po’.
