Il 2024 è stato l’anno più caldo… degli ultimi 125.000 anni (dicono loro)

Pare che il 2024 sia stato l’anno più caldo mai registrato. Non solo da quando abbiamo i termometri, ma addirittura degli ultimi 125.000 anni.
Ora, la domanda sorge spontanea: chi c’era a misurare la temperatura quando i mammut si facevano il bagno nel ghiaccio?

Il sesto “rapporto sullo stato del clima” pubblicato da BioScience sostiene che la Terra stia per svenire: oceani bollenti, foreste bruciate, correnti atlantiche indebolite e 22 dei 34 “segni vitali” del pianeta in codice rosso.
E fin qui tutto bene, o meglio, tutto male. Ma resta l’interrogativo che nessuno osa porre: chi ha preso nota del meteo a partire da 125.000 anni fa?
Un cavernicolo con la stazione meteo di Arpa installata nella caverna accanto?

La scienza del “probabilmente”

L’espressione magica è “probabilmente il più caldo degli ultimi 125.000 anni”.
Ecco, quel “probabilmente” è la parola chiave. Vuol dire: “non lo sappiamo, ma ci suona bene”.
Come quando uno dice “probabilmente domani smetto di fumare” o “probabilmente vinco alla lotteria”.

Certo, si basano su ghiacci, sedimenti e altre meraviglie della geologia. Ma la realtà è che gli unici che possono dire com’era davvero il tempo allora sono i fossili… e non parlano molto.

Record di tutto

Secondo il rapporto, abbiamo battuto ogni record: consumo di combustibili fossili, calore degli oceani, foreste bruciate, e pure rinnovabili (che però restano “31 volte inferiori” rispetto ai fossili).
Insomma, l’unico record che non abbiamo battuto è quello dell’ottimismo.

Eppure, non è la prima volta che il pianeta viene dato per spacciato: c’è stato il buco dell’ozono che doveva bruciarci tutti come sardine al sole, e invece adesso non se ne parla più.
Poi è arrivato lo scioglimento dei ghiacci, ma ultimi studi mostrano un aumento delle masse glaciali in alcune aree del pianeta.
Ogni volta, il titolo cambia, ma la fine del mondo resta la stessa.

Soluzioni “urgenti”

Come sempre, arriva il finale da manuale: “Non è troppo tardi, ma bisogna agire subito”.
Peccato che ce lo dicano ogni anno da trent’anni, e ogni volta “la finestra si sta chiudendo”.
A questo punto, o la finestra è blindata, o qualcuno continua a spalancarla con troppa leggerezza.

E comunque, rottamare una Panda perfettamente funzionante non salverà il pianeta, anche se lo spot del momento vorrebbe farcelo credere.
Forse servirebbe un po’ più di buon senso e un po’ meno marketing “verde”.

Conclusione

Che il clima stia cambiando è evidente. Ma prima di dire che “nel Paleolitico faceva più fresco”, magari qualcuno potrebbe spiegarci chi prendeva le temperature nel 123.000 a.C.
Forse il primo meteorologo della storia, con la sua clava e un termometro in pietra.

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