Auto, Moto e Scooter: il triangolo delle Bermuda dell’asfalto

Ah, le strade italiane. Quelle meravigliose strisce di bitume dove convivono (si fa per dire) auto, moto e scooter. Un ecosistema perfetto, dove ognuno è convinto di essere nel giusto e dove la sopravvivenza quotidiana andrebbe premiata con una medaglia (e un rene di scorta).

Gli automobilisti: i re della corsia (lenta)

Per l’automobilista medio, la strada è una sua estensione naturale: 5 metri di lamiera, 4 gomme e 3 specchietti ignorati. Convinti che lo spazio intorno appartenga a loro per diritto divino, cambiano corsia come se stessero sfogliando un giornale e parcheggiano dove capita. anche sopra i pedoni.

Ogni tanto alzano lo sguardo dal cellulare, giusto per insultare un motociclista che “sfreccia come un pazzo” o uno scooterista che “passa dove non dovrebbe”. Poi però si lamentano del traffico.

I motociclisti: i cavalieri dell’apocalisse

Il motociclista, invece, è una creatura mistica. Ha più pelle addosso di un t-rex, parla con termini come coppia, traiettoria, controcoppia e considera la pioggia un’opinione.
Guarda gli automobilisti come lumache in letargo e gli scooteristi come eretici delle due ruote.

Non importa la stagione, il motociclista deve uscire. Se non lo fa, gli parte la batteria (della moto e quella dell’anima). Sfreccia tra le auto convinto di essere invisibile, finché qualcuno non apre una portiera.

Gli scooteristi: i ninja del traffico urbano

E poi ci sono loro, gli scooteristi. Quelli che sfidano le leggi della fisica, della decenza e del codice della strada.
Nessun ostacolo li ferma: marciapiedi, rotonde, corsie preferenziali, persino il tempo. Loro arrivano sempre prima.
Indossano il casco come un accessorio estetico, spesso slacciato, e hanno la capacità di infilarsi in spazi che nemmeno una molecola di ossigeno approverebbe.

Per loro, il clacson non è un avviso: è un linguaggio. “Spostati o ti scavalco”.

Il traffico, il grande livellatore

Alla fine, però, la verità è una sola: nel traffico siamo tutti uguali.
L’automobilista è fermo a bestemmiare, il motociclista cuoce nella tuta, e lo scooterista, con il casco storto, cerca di infilarsi in una via chiusa convinto sia una scorciatoia.
E mentre tutti si odiano a vicenda, arriva il vero nemico comune: la buca.

Un colpo secco, un’imprecazione collettiva e, per un attimo, l’umanità ritrova la sua unità.

Epilogo (o morale, se proprio vogliamo esagerare)

Auto, moto e scooter non sono rivali: sono tre modi diversi per litigare col mondo.
Ciascuno ha la propria filosofia, i propri difetti e la propria scusa pronta.
L’importante è ricordarsi che, qualunque cosa guidi, prima o poi finirai dietro a uno che non sa usare le frecce.

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